
Questo lo chiamo servire il proprio paese. Altro che Iraq.
"La Russia ha già avuto governanti di questa risma. Ed è finita in tragedia. In un bagno di sangue. In guerre civili. Io non voglio che accada di nuovo."
"Ore passate a ricordare. Delle mazzate, dei colpi di bastone che miravano alla testa parati dai polsi e dagli avambracci maciullati. Del fuoco che avvolge una macchina e il portone di casa, dei cinque spari, dell’urlo di mia madre e del vetro della mia macchina infranto sottocasa. Della voglia di mollare, in fondo ho 24 anni, studio all’università, posso ancora cambiare lavoro. Del mio ragazzo che se sapesse che sono qui con voi a raccontare queste cose… Della solitudine o della solidarietà, dell’isolamento, dell’impossibilità di continuare a fare il mio lavoro perché al palazzo di giustizia da allora nessuno mi ha rivolto più la parola. Dei bossoli in una busta, della mia firma stampata sulla carta con una croce rossa sopra, e le parole battute il giorno prima sottolineate da una mano mafiosa. Di come lo dico ai miei genitori, ché a trentaquattro anni vivo ancora con loro, con uno stipendio di 400 euro al mese. Di quando sono stato sequestrato per due ore da un sorvegliato speciale con una pistola in tasca che mi obbligava a cancellare le foto che avevo fatto. Di quando ho temuto per i miei figli. Di quando anche mia moglie le ha prese per difendermi da un aggressore indiavolato." *
Dunque questi signori lucidi e bene informati hanno ragione, e se la prendono. Così ci portano i lumi.
Ma cosa vogliono in cambio?
In cambio ci tolgono la notte, la magia, il mistero onirico, i cimiteri, gli amanti protesi dai balconi, le mirabili scope volanti delle streghe, gli esili fianchi di Giovanna e l'occhio profondo di Morgana, lasciandoci come premio di consolazione qualche anatra meccanica e un po' di formule geometriche.
Le streghe non si devono bruciare, d'accordo. Ma questo ci vieta di cedere alla loro malìa? In nome di argomenti opposti a quelli per cui l'Inquisizione bruciava le streghe (ma identici per intransigenza e irrimediabilità degli effetti) l'illuminismo vieta ora di amarle. Anzi, vieta di esserlo.
Insomma, brucia gli stessi libri che bruciavano i preti: i preti perchè ci credevano, e per questo li temevano; gli illuministi perchè non ci credono, e li temono lo stesso.
Si spengono così roghi irrazionali per ergere ghigliottine razionali. Si abbattono dèi irragionevoli per deificare la Ragione.
"La Libia chiede all’Unione Europea che l’Europa offra almeno cinque miliardi di euro all’anno per fermare l’immigrazione non gradita. Bisogna sostenere questo esercito che combatte per fermare l’immigrazione, altrimenti l’Europa potrebbe diventare Africa, potrebbe diventare nera. La Libia è l’ingresso dell’immigrazione non gradita, dobbamo lottare insieme per affrontare questa sfida. L’Italia deve convincere i suoi alleati europei per applicare la proposta libica".Inaspettatamente per un tale festival della retorica, si sono finalmente dette le cose come stanno: dietro alle ipocrite dichiarazioni che un dittatore sanguinario fa rispetto alle "ingiustizie coloniali", dietro le patine dorate e i sorrisi di falsa amicizia, dietro gli eventi da rivista di gossip, le lezioni di corano, le amazzoni e i cavalli berberi, lo scandalo e il clamore, dietro tutto questo baraccone c'è un solo accordo cruciale: quello economico. Soldi in cambio di uomini. In cambio del contenimento di uomini. Una tratta di schiavi al contrario, dove si paga per impedire ai disperati di fuggire dal proprio paese, o quantomeno per bloccarli appena al di là della linea dell'orizzonte. Come e con quali mezzi non importa, quello che conta è che l'opinione pubblica non ne sappia niente, non senta parlare di disastri marittimi e di respingimenti in acque aperte. Soldi spesi per spegnere anche l'eco di quel grido di miseria e disperazione che giunge dalle sponde meridionali del Mediterraneo.
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Gli universitari, invece, lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!. Questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio»L'unica cosa che mancherà davvero di Cossiga sono tutte le verità che si è trascinato nella tomba. Chissà quanti, oggi, apprendendo la notizia, si sono sentiti un poco più sollevati.
Cari amici,
siamo molto felici di annunciarvi che giovedì 29 luglio abbiamo riaperto il Centro chirurgico di Lashkar-Gah.
Un giornalista ci ha chiesto "Perché?". Ma la risposta la sapete già: perché è il nostro lavoro, perché quell'ospedale serve, perché è l'unica struttura gratuita nella regione, perché quell'area è teatro di una guerra sempre più violenta, perché i 70 letti delle corsie - da quando è stato aperto e fino al giorno della sua forzata chiusura il 10 aprile scorso - sono sempre stati pieni. Perché la popolazione ne ha bisogno: e noi non abbiamo bisogno di altri perché.
Ancora grazie per il vostro sostegno.
A presto,
Cecilia Strada
Presidente di Emergency
In questi giorni stiamo rischiando la prima estesa contaminazione da OGM in Italia, a causa di una presunta semina – che sarebbe assolutamente illegale - di mais transgenico in un campo in Friuli, nel Comune di Fanna (Pn). Lo scorso 10 luglio il terreno “sospetto” è stato posto sotto sequestro, ma la Procura di Pordenone, invece di intervenire d’urgenza, si è presa un mese di tempo per la verifica delle analisi e la stesura della perizia.Se come noi, vuoi impedire che gli OGM contaminino l’ambiente e l’agricoltura, invia anche tu la lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Aspettare agosto è assurdo! Le analisi molecolari per l’accertamento della presenza di OGM sui campioni - che sono già stati prelevati da tempo - non richiedono più di tre giorni! Ormai quel mais è in fase avanzata di maturazione: ancora pochi giorni e queste piante produrranno il loro polline, che si disperderà in ambiente e darà il via a una contaminazione difficilmente arrestabile.
Non possiamo star fermi a guardare! Per questo ti invitiamo a scrivere insieme a Greenpeace e a tutta la Task Force per un'Italia Libera dagli OGM al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella sua funzione di Garante delle norme e della loro applicazione, chiediamo al nostro Presidente di intervenire con urgenza sulla Procura di Pordenone per scongiurare ogni ipotesi di contaminazione da piante transgeniche.
Di L’Aquila a Roma, di manifestazioni e manganelli, di scontri e incontri, di disabili e turisti, di politica e informazione, per reclamare diritti, attenzione e giustizia, con una promessa: retornemo.
Questo e molto altro in questa puntata estiva di Tolleranza Zoro divisa in due parti.
Senza commenti né copione, senza musiche o effetti speciali. Quello che è successo e basta. E avanza.
Buona visione.
“L’indifferenza opera prepotentemente nella storia, opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica la sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta può abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche perquesto: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.“
(Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917)
«Oggi il nostro prodotto interno lordo ha superato gli 800 miliardi di dollari. Ma questo PIL include l’inquinamento dell’aria, la pubblicità delle sigarette, le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine del fine settimana. Include le serrature speciali per le nostre porte e le prigioni per chi cerca di forzarle. Include la distruzione delle sequoie e la perdita delle nostre meraviglie naturali. Include il napalm, le testate nucleari e i mezzi blindati usati dalla polizia per reprimere le rivolte nelle nostre città. Include i programmi televisivi che esaltano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Il prodotto interno lordo, però, non include la salute dei nostri bambini, la qualità della loro istruzione o il piacere dei loro giochi. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la forza dei nostri matrimoni, l'intelligenza del nostro dibattito politico o l'integrità dei nostri dipendenti pubblici. Non misura né la nostra vivacità né il nostro coraggio, la nostra saggezza o il nostro sapere, la nostra compassione o la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, tranne quello per cui vale la pena vivere. E può dirci tutto sull'America, tranne perchè siamo orgogliosi di essere americani.»
(Robert Kennedy, Kansas University, 18 marzo 1968)
«Bisogna tentare di uscirne attraverso parametri sociali nuovi e coerenti con le analisi fatte". "Da parte nostra ci impegniamo affinché nella pastorale familiare, e in quella volta alla preparazione al matrimonio, si operi per radicare ancor più la coscienza dei figli come doni che moltiplicano il credito verso la vita e il suo domani.»Chiaro, efficace e determinato. Un Terminator in paramenti sacri. Sicuramente l'arsura economica farà la sua parte, ma la possibilità che le coppie scelgano deliberatamente di non fare figli per una qualche inezia come - chessò - la realizzazione personale non sfiora minimamente l'onorandissimo capo. Chissà poi se nel conto hanno considerato le coppie non sposate con figli (che se c'è crisi la prima spesa che si taglia è quella matrimoniale) o le ragazze madri.
«Jan cammina per queste vie, senza meta come un naufrago alla deriva, e cerca un segno, un indizio, che faccia capire se proprio qui troverà ciò che cerca. Il tono sale rapido: - Stupido coglione, figlio d'una cagna di Leida! Il segno non è intorno a te, non è nei muri, nei mattoni, nella calce, nei ciottoli, no, non troverai ciò che vai cercando. Il segno è la ricerca stessa, il segno sei tu che arranchi nel fango delle strade. Siete voi. Noi che siamo in cerca: noi che siamo l'adesso, il già e non ancora. I vecchi sono fermi, sono già stati. Vecchi credenti già morti. Il mattone della Cattedrale non dice nulla. I vostri sguardi invece dicono che Dio è qui, Dio è qui adesso, il Suo Spirito è tra di noi, in questa giovinezza, in queste braccia, questi muscoli, gambe, seni, occhi. Qualcosa di immenso si prospetta sulla soglia della vita, sporca, maledetta, insulsa vita di merda che credevi una scoreggia silenziosa nel piano divino. E invece no! Dio farà di te un soldato. Ascoltalo: Egli ti chiama a un'impresa. Ascoltalo, ascoltalo dentro. Ecco, lo senti chiamarti all'appello per nome, per l'ultima battaglia. Jan, ascolta, maledetto verme! - Gli occhi si stringono improvvisamente, due fessure azzurre, volano rasenti alle teste, planano, poi si alzano di nuovo, in un sibilo: - Sí, tu, buffoneciarlatanoputtaniere, perché è di questo che stiamo parlando, che ti credi!? Pensavi di lottare per uno straccio di carta imbrattata delle tue libertà civiche!? All'inferno! Dio ti sta parlando di ben altro: non di Münster, no, non di queste case, queste pietre, queste strade, non di tutto questo com'è ora. Ma di quello che diventa. Di voi e di me nella Città, fratelli! Dio non chiede di combattere per un trattato, non per una pace equa: ma di combattere per la Nuova Gerusalemme. Cielo e terra nuovi! Un mondo, il nostro nuovo mondo al di qua dell'Oceano! - Panico e di nuovo stupore negli sguardi. - Questa è la promessa che bandisce i ciarlatani, gli indecisi, gli inetti, la feccia sorda alla chiamata. Che ci mollino ora e raggiungano il cimitero della vecchia fede. Noi edificheremo la piramide di fuoco, noi fonderemo la Nuova Gerusalemme.»