17 agosto 2010

Quando muore un mandante

Quando muore un assassino noi ricordiamo le vittime

E' morto oggi all'ospedale Gemelli di Roma, dopo 9 giorni di convalescenza, l'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Speriamo almeno abbia sofferto. In ogni caso sarà sempre solo una magra e tardiva consolazione.
Questo post serve a controbilanciare, almeno un poco, tutte le lacrime di coccodrillo in arrivo. Serve a ricordare che oggi è morto Francesco Cossiga, l'uomo che faceva sparare nella schiena ai manifestanti. L'uomo che mise la firma sul piano d'azione che portò alla morte, a Bologna, di Francesco Lorusso, 25 anni, l'11 marzo 1977 e di Giorgiana Masi, 19 anni, il 12 maggio dello stesso anno.
L'uomo che, il 22 ottobre 2008, quando un giornalista del Quotidiano Nazionale gli domandò se Berlusconi avesse esagerato nel minacciare l'uso della forza contro le manifestazioni studentesche, rispose:
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Gli universitari, invece, lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri. Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!. Questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio»
L'unica cosa che mancherà davvero di Cossiga sono tutte le verità che si è trascinato nella tomba. Chissà quanti, oggi, apprendendo la notizia, si sono sentiti un poco più sollevati.

Addio K, salutami i diavoli dell'inferno.

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