28 luglio 2010

Horror flash forward


Ma chi ci credevamo di essere? Non dico sogni di gloria, avevamo abbastanza testa sulle spalle, ma quantomeno un futuro particolare, esotico, in ogni caso distinto dall'informe massa umana rispetto alla quale, in fondo, ci sentivamo così diversi. Un futuro che avesse almeno il senso di essere vissuto. Invece abbiamo barattato tutto. Uno stipendio fisso è bastato a fotterci l'anima, il diavolo ha avuto gioco facile in quei miseri tempi di precarietà. Magari la prospettiva che avevi sognato sino ad allora ti poteva anche capitare di viverla, ma per quanto? Uno, due, sei mesi? Non eri che un elemento intercambiabile, una cazzo di cellula staminale destinata a diventare altro, utile solo per la sua capacità di adattamento. Ma tanto in fondo neanche tu sapevi veramente cosa saresti diventato, e, diciamoci la verità, poco te ne importava. Quello che contava era avere tempo, accumulare esperienze, attendere quella fortuita circostanza che ti avrebbe proiettato nel ristretto Olimpo dei soddisfatti-dalla-vita. Tuttora non ci giurerei di averne mai incontrati, di questi fantomatici "realizzati". Ogni obiettivo raggiunto proietta verso quello successivo, a meno non si sia completamente privi di immaginazione. Altrimenti puoi anche bruciarti la vita in una fabbrica di cibo per gatti, e magari esserne felice. Niente da dire, magari sei quello che l'ha capita meglio, ma a me pare una merda, e non farmi storie riguardo al piacere della vita semplice, che tanto la pensi uguale. E se non è così tientelo pure tu il cazzo di piatto di grano, te lo lascio volentieri.
Potersi indebitare fino al dieci del mese certi di una nuova aurora monetaria, non è che questo il nostro unico vanto. Solo la fenice a tre zeri del conto in banca a farci compagnia. Caronte ci ha offerto una cambiale e noi abbiamo attraversato lo Stige a nuoto verso un branco di diavoli pronti a farci il culo: "fanculo ai principi, questa è la vita vera", ci dicevamo. Allora ci è anche parsa una mossa responsabile, da Adulti; con la A maiuscola, proprio così. In realtà non era che l'ultima maglia della catena, ma solo da qui ce ne rendiamo conto. Pensavamo che la corruzione dell'anima fosse una cosa tangibile, che richiedesse una netta presa di posizione. Illusi, noi e la nostra morale da Walt Disney. Basta lasciarsi andare un attimo per essere risucchiati dalla corrente, ee ogni corrente va verso il basso, questo ormai lo so. E ora che mi racconti? Qual'è stata la paura definitiva, quella che ti ha fatto rinunciare all'equilibrismo dell'assoluto in cambio di una salda vita mediocre? Il terrore della povertà, della depressione, di rimanere solo? Cosa ti ha fatto piegare definitivamente il capo, qual'è stata quell'ultima miseria che ti ha ridotto come sei ora? Dovevi pensarci prima Capo, metterci più istinto, decisione, sofferenza se necessario. Ma adesso è tardi, le porte si sono chiuse una dietro l'altra, i sentieri che hai percorso sono ormai sepolti dalla vegetazione. Ti sei fottuto, non c'è più nessuno qui, forse anche tu ormai non sei che un miraggio, solo l'ombra sbilenca di un futuro perduto.

21 marzo 2037

26 luglio 2010

Retroscena afghani

Drone Reaper

(AGI) Washington - Un'enorme quantita' di documenti segreti del Pentagono sulla guerra afghana rivelati dal portale Wikileaks. Documenti riservati da cui emerge un ritratto devastante della guerra: civili morti e di cui non si e' mai saputo nulla, un'unita' segreta incaricata di "uccidere o catturare" ogni talebano senza alcun processo, i droni Reaper telecomandati a distanza da una base del Nevada, la collaborazione tra i servizi segreti pakistani (Isi) e i talebani.

Tutti i documenti QUI.

23 luglio 2010

Ogm free

Greenpeace - Zona libera da ogm

Quello che mi stupisce delle campagne di Greenpeace è che, oltre ad avere dei video promozionali stupendi, spesso funzionano. Non vedo quindi perchè non aderire alla nuova iniziativa riguardante il pericolo di contaminazione ogm nel comune di Fanna(PN), in Friuli.
Questo il comunicato integrale:
In questi giorni stiamo rischiando la prima estesa contaminazione da OGM in Italia, a causa di una presunta semina – che sarebbe assolutamente illegale - di mais transgenico in un campo in Friuli, nel Comune di Fanna (Pn). Lo scorso 10 luglio il terreno “sospetto” è stato posto sotto sequestro, ma la Procura di Pordenone, invece di intervenire d’urgenza, si è presa un mese di tempo per la verifica delle analisi e la stesura della perizia.

Aspettare agosto è assurdo! Le analisi molecolari per l’accertamento della presenza di OGM sui campioni - che sono già stati prelevati da tempo - non richiedono più di tre giorni! Ormai quel mais è in fase avanzata di maturazione: ancora pochi giorni e queste piante produrranno il loro polline, che si disperderà in ambiente e darà il via a una contaminazione difficilmente arrestabile.

Non possiamo star fermi a guardare! Per questo ti invitiamo a scrivere insieme a Greenpeace e a tutta la Task Force per un'Italia Libera dagli OGM al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nella sua funzione di Garante delle norme e della loro applicazione, chiediamo al nostro Presidente di intervenire con urgenza sulla Procura di Pordenone per scongiurare ogni ipotesi di contaminazione da piante transgeniche.
Se come noi, vuoi impedire che gli OGM contaminino l’ambiente e l’agricoltura, invia anche tu la lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

QUI il link alla pagina che espone tutte le campagne di Greenpeace in corso!

21 luglio 2010

Sesso (da) mercenario

Afghan mercenary camp

La notizia è recente. Di contractors, e in particolare della ex-Blackwater (ora Xe Service) si era già parlato QUI. Cattive nuove giungono però dal fronte mediorientale. Dopo i gravi e numerosi fatti che negli ultimi anni avevano già coinvolto le agenzie di sicurezza impiegate - più o meno legalmente - in Iraq e Afghanistan, era logico pensare che il controllo sui contractors fosse elevato, se non per rispetto del diritto internazionale e umano, quantomeno per necessità di propaganda politica. Così non è stato. Gli appartenenti a queste organizzazioni si sono macchiati di nuovi crimini. Ma "nuovi" è un eufemismo, chissà da quanto lo sfruttamento e la tratta di donne indigene andava avanti. Addirittura «James Gordon, per un certo periodo di tempo supervisore di Armour Group, ha sostenuto che un manager si vantava apertamente di “possedere” prostitute a Kabul».
E chissenefrega, potrebbe dire il lettore, gli USA, il loro esercito e tutto ciò che vi gira attorno hanno nuovamente confermato che, indipendentemente dal colore del presidente, ancora debbono compiere innumerevoli passi per giungere ad una reale rispettabilità internazionale. Sbagliato. Pensare che gli Stati Uniti all'estero rappresentino solo sé stessi è un errore. A Kabul e a Baghdad, come in mille altri luoghi, la faccia del soldato che stupra, uccide e si fa beffa dei cadaveri è il volto stesso dell'occidente, l'unico disponibile. Lo stesso occidente di cui, ancora, noi stessi, qui, su queste sedie e davanti a questi schermi facciamo parte. Ogni delitto perpetrato laggiù ci vede complici: noi, i nostri governi, i nostri organismi sovranazionali. Per quanto voi vi crediate assolti siete lo stesso coinvolti, cantava De André, uno che l'aveva capita molto bene.
Non ci si chieda quindi "perchè ci odiano?", quanto "cosa abbiamo mai fatto, noi, per evitarlo?".


(grazie a Pavi per la segnalazione)

16 luglio 2010

Sui muri continua la resistenza

Un giorno qualcuno, con la mano sporca di colore, tracciò d'istinto dei segni sulle mura di una caverna. Rappresentò ciò che conosceva meglio: sé stesso, le proprie abitudini, la propria vita. Il concetto di "arte" sarebbe giunto millenni dopo. Poi lo spostamento di senso, dal conosciuto allo sconosciuto, dalla riproduzione all'immaginazione, il disegno finalizzato all'esorcizzazione, all'addomesticamento di ciò che è inafferrabile: catastrofi, paure, Dio. Infine l'impiego scientifico, la cartografia, che però non scorda le origini, popolando di mostri le profondità marine che separano i continenti. Ma anche la pittura come lotta, contestazione, ribellione. Come sul muro di Berlino e sul suo fratello più giovane: quello di Gaza. Il ciclo si chiude, la pittura torna a rappresentare ciò che è più vicino: la lotta quotidiana, le necessità primarie, la storia che sta intorno. Solo il contesto cambia: il pigmento naturale è ora vernice spray, l'uomo una moltitudine, la caverna un intero stato, ma senza vie di fuga.
Post ispirato da un aticolo letto su Carta.

Blu sul muro di Gaza


Banksy sul muro di Gaza

12 luglio 2010

Diretta da un mare di rabbia

Dal Blog di Zoro:
Di L’Aquila a Roma, di manifestazioni e manganelli, di scontri e incontri, di disabili e turisti, di politica e informazione, per reclamare diritti, attenzione e giustizia, con una promessa: retornemo.
Questo e molto altro in questa puntata estiva di Tolleranza Zoro divisa in due parti.
Senza commenti né copione, senza musiche o effetti speciali. Quello che è successo e basta. E avanza.
Buona visione.

PRIMA PARTE



SECONDA PARTE

10 luglio 2010

I fantasmi non paion più tali quando inciampano nelle proprie catene

P2

Ci sono vocaboli che, col passare del tempo, perdono la loro accezione attiva, rimanendo a testimonianza di una realtà inattuale. A caratterizzarli è l'impossibilità del loro utilizzo al fine di spiegare la contemporaneità. Termini la cui funzione attributiva è rivolta solo al passato, sequenze polverose di lettere rimaste a ricordare ciò che è stato, significati granitici non più alterabili.
La loro fondamentale importanza consiste nel testimoniare la passata esistenza di schemi di pensiero, filosofie, istituzioni e movimenti ormai estinti. Aggettivi come aristoratico, proletario, bolscevico, illuminista o - in senso filosofico - punk, proferiti al giorno d'oggi fanno quasi tenerezza, come fanno sorridere i feticisti nostalgici che si ostinano ad utilizzarli, necrofili del linguaggio che rifiutano l'evidenza: oltre un certo punto alcuni termini perdono la propria capacità di spiegare la realtà semplicemente perchè non esitono più le condizioni che hanno portato al loro conio. Morto l'ultimo sessantottino più nessuno potrà definirsi tale senza risultare ridicolo. Si tratta di concetti le cui colonne portanti sono crollate, rendendoli anacronistici, o che col tempo hanno subito mutazioni talmente radicali da finire per trasformasi in altro, esattamente com'è avvenuto alla società che li ha prodotti.

A volte capita però che una parola riappaia, riemergendo a forza da un oscuro passato e portando con sé tutta l'aura di misteriosa inquietudine che la contraddistingueva. E' ciò che è avvenuto in questi giorni sulle pagine dei giornali, dove un aggettivo è rifiorito: piduista.
Memorie si un piano che in tanti punti si è realizzato, con coincidenze tali da metterne in dubbio la casualità. Personaggi per nulla estranei ai misteri d'Italia scoperti a ruzzolarsi in nuovi pantani. Inquietudini passate che ritornano ferocemente attuali.

8 luglio 2010

Giustificazioni (in un senso o nell'altro)


Alla vigilia dello sciopero dell'informazione indetto dalla FNSI "Il Post" raccoglie le dichiarazioni che i vari giornali pubblicano in prima pagina per motivare la decisione di aderire o meno al suddetto sciopero. Spiegazioni dovute, poichè forse pochi altri argomenti sarebbero altrettanto capaci di spaccare trasversalmente il pubblico.
Peccato che lo sciopero attivo proposto da Paolo Flores D'Arcais non sia passato, forse sarebbe stato anche più efficace.

Colgo l'occasione per riportare qui alcune parole di Gramsci - apparse alcuni giorni fa sull'homepage di PeaceReporter e mutuate da Antonella Beccaria - particolarmente adatte al momento:
“L’indifferenza opera prepotentemente nella storia, opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica la sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta può abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche perquesto: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.“

(Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917)

'a maggica Italia

Sul motivo per cui Berlusconi abbia deciso di prestare la propria voce per uno spot a sostegno del turismo italiano in Italia ci sarebbe molto da ipotizzare. D'altra parte bisognerebbe ragionare anche su cos'è che ha spinto i pubblicitari a scegliere questo testimonial "d'eccezione", visto che l'evocativa voce del premier porta con sé tutta una nebulosa di significati che non sempre si accordano gran che con le suggestive immagini che la accompagnano. Verrebbe poi scontato domandarsi il perchè - se lo spot è rivolto ad un pubblico italofono - il filmato si chiuda con lo slogan "MAGIC ITALY", ma suppongo ciò sia da ricondurre alle fantomatiche 3I...
Visto tutto ciò che andrebbe analizzato, e vista la poca voglia che ho di farlo, mi limito a un confronto:






Versione sottotitolata per non udenti:

7 luglio 2010

Se ne stiano a casa loro

campo nomadi

Igor Iezzi, segretario della Lega Nord di Milano, derubato mentre visitava un campo nomadi cittadino. E' davvero impossibile addomesticarli, questi leghisti.