4 giugno 2010

Battaglie navali

Death of Rachel Corrie

C'era una nave che doveva arrivare. Carica di beni di prima necessità per un popolo stremato, ingabbiato nella sua stessa terra. Una terra assediata da bulldozer che la erodono lentamente, che spostano i confini un metro alla volta, come fossero trincee. Immagini della prima guerra che affiorano alla mente. Confini mobili, che non si possono veder muovere in nessuna cartina politica, più pericolosi perchè arbitrari, dettati dal desiderio di espansione e giustificati da una guerra mascherata da difesa. Che si stringono come un cappio. Movimento di frontiere assecondato non dal diritto internazionale, che continua a venire macellato dalle lente ruote degli organismi sovranazionali, ma dal Mercato - quello con la M maiuscola - che tutto vede e tutto può. La storia dell'oppressione di un popolo da parte di un'altro che ha scordato il motivo per cui si trova lì.

C'era una nave che doveva arrivare. Ma è stata assaltata da pirati in divisa. Azioni di guerra di nuovo mascherate da difesa, perdipiù verificatesi in acque internazionali, in una terra di nessuno dove non c'è arrembaggio che possa essere giustificato. Forze speciali con nomi ricamati sul taschino della divisa che si comportano alla stregua di pirati somali. Ci sono stati morti, feriti, prove fragili, sabotaggi e giustificazioni dure da digerire. I più stupidi adotteranno i cadaveri come bandiere. Ma anche qualche intervento insperato è giunto. Un valico si è aperto, il popolo prigioniero ha potuto nuovamente entrare in contatto col mondo. Ma nulla è certo, spiega Vittorio Arrigoni, che Gaza la conosce bene, la vede da dentro, ne conosce la polvere, il sangue e la disperazione. Ma chissà, forse almeno quest'apertura è dovuta, poiché, in fondo, ciò che è avvenuto non è altro che un attacco ad un convoglio trasportante aiuti umanitari. Sono cose difficili da spiegare. Ma non è detto che una spiegazione verrà data mai.

Ora una nuova nave sta arrivando. Porta il nome di Rachel Corrie, attivista morta nel 2003, uccisa da uno di quegli spietati bulldozer che quotidianamente mordono i confini di Gaza. La Rachel Corrie è l'ultima nave della Freedom Flottilla, partita in ritardo a causa di guasti non del tutto casuali. Arrivo previsto: la mattina del 5 giugno. Naviga verso il suo destino, con un nome che lascia ampio spazio ad oscuri presagi. E' ormai poco distante dal punto in cui il resto della flotta è stato arrestato. Gli occhi del mondo sono puntati sul quella piccola striscia di Mediterraneo e sull'altra Striscia, quella di terra, che le sta di fronte.
Forse tutto andrà bene, forse no. In ogni caso prima o poi gli occhi del mondo torneranno a guardare altrove, dimenticheranno nuovamente il sopruso che nei Territori si compie ogni giorno, che inonda con l'amaro sapore dell'umiliazione le bocche di chi si trova circondato, minacciato e imprigionato in casa propria. Di un popolo oppresso il cui futuro viene calpestato da un altro popolo che ha dimenticato da ormai troppo tempo il significato della parola persecuzione.




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