25 maggio 2010

La Crisi anticoncezionale

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Il Vaticano, nella persona del cardinal Bagnasco, è preoccupato. Ciò stupisce: ci si è ormai abituati a vederlo minaccioso, adirato, recriminatorio, apocalittico, ma preoccupato era un pezzo che non si mostrava. Manca giusto un po' di carità e poi potremmo anche riammetterlo alla comunione.
Questo moto di preoccupazione a cosa è dovuto? Alla legge sulle intercettazioni che mette al patibolo la libertà di stampa? No. Alla piattaforma inabissata Horizon Deepwater e alle sue sorelline minori che ancora spargono greggio per i sette mari? Neanche sognarselo, cormorani e delfini non hanno anima, solo quel fricchettone di San Francesco avrebbe potuto pensarlo. Il problema è allora il famigerato piano anti-crisi? Sì, quasi. Cioè, l'imposizione fiscale diretta non fa parte dell'universo vaticano, il problema è l'influsso che ciò ha sulla riproduzione umana. Sì, la Crisi si è dimostrata un ottimo anticoncezionale. In Italia il 50% delle coppie sposate non ha figli.
La diagnosi vaticana è lapidaria: suicidio demografico. Le misure da prendere chiarissime:
«Bisogna tentare di uscirne attraverso parametri sociali nuovi e coerenti con le analisi fatte". "Da parte nostra ci impegniamo affinché nella pastorale familiare, e in quella volta alla preparazione al matrimonio, si operi per radicare ancor più la coscienza dei figli come doni che moltiplicano il credito verso la vita e il suo domani.»
Chiaro, efficace e determinato. Un Terminator in paramenti sacri. Sicuramente l'arsura economica farà la sua parte, ma la possibilità che le coppie scelgano deliberatamente di non fare figli per una qualche inezia come - chessò - la realizzazione personale non sfiora minimamente l'onorandissimo capo. Chissà poi se nel conto hanno considerato le coppie non sposate con figli (che se c'è crisi la prima spesa che si taglia è quella matrimoniale) o le ragazze madri.

Fossi nel Vaticano aprirei un po' gli occhi, in particolare valuterei le istanze che si stanno facendo strada sul fronte austriaco. Su dal nord arrivano infatti dicharazioni quali: «Il Vaticano dovrebbe aprire un confronto sul celibato dei preti e l’ordinazione di uomini sposati». E a rilasciarle sono nientemeno che dei porporati.
La storia insegna: prendere i voti è sempre stato un ottimo modo per avere vitto e alloggio garantiti quando la povertà morde i garretti, ancora meglio che entrare nell'Arma. Abolire il celibato abbatterebbe uno dei principali divieti che limitano il passaggio dei laici allo stato clericale. La crisi delle vocazioni verrebbe bloccata e la Chiesa dimostrerebbe finalmente uno spiraglio di apertura mentale. Tre piccioni con una fava. Per non parlare dei preti, che ottenendo il permesso di avere figli potrebbero finalmente tornare alla coerenza e smettere di utilizzare il preservativo. O magari sfogare in modo più sano quegli altri vizietti.

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