Tre figure si stagliano sulla spiaggia, ritte a piedi nudi tra onde basse di marea.
La ragazza fissa ammirata linee sconosciute di stelle, la corrente ricama la sabbia intorno ai suoi piedi.
Gli altri due pisciano nel Pacifico.
Prerogative di genere.
Poi uno dei due alza lo sguardo. Le pupille puntate su quella linea – quasi invisibile nella notte – che segna l'incontro tra cielo e mare.
E capisce.
“I Muse fanno cagare.”
Ma immediatamente, sotto, come da un amo nascosto tra la sabbia, si tende il filo di un altro pensiero.
Si guarda attorno. Grattacieli dormono elettrici sotto placidi cieli tropicali.
Bellezza banalizzata, come un lento dei Pink Floyd.
“Io di qui me ne vado.”
A volte capita di sbagliare strada.
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