28 agosto 2012

Il volto del nemico


Finger food, sottofondo jazz e vassoi di champagne che fanno la spola tra giacche scure e tight, prede favorite di cravatte e papillon. I Tanks di Cairns sono l'equivalente queenslander dei magazzini del sale cervesi, solo più grandi. E postindustriali.
Il sipario nero si apre sulla band che attacca una rumba svelta, piatti su tovaglie scure, riflettori sparsi e centritavola le cui candele pendenti fanno del loro meglio per dare un'impressione upper-class. Prima che le posate inizino a lavorare feroci il Comandante in Capo sale sul podio, all'angolo del palco. Un discorso breve e sentito che parla di coraggio, risolutezza, forza.
Successo.
Dividendi, investimenti, azioni, guadagni.

È un piccolo ritrovo del Capitale quello che qui si offre alla vista. Festicciola autocelebrativa di una delle tante inconsce filiali del Sistema sparse per il mondo. Operatori finanziari che fanno a gara a chi fa più ore dietro la scrivania, che collezionano magre targhe utili a darsi un tono e coprirsi le spalle, che confrontano numero e corposità di transazioni, giocando al braccio di ferro dell'economia.

Hanno facce normali, tratti non particolarmente distintivi: pappagorge e vene varicose, guance scavate e gambe di merlo. A cambiargli i vestiti potrebbero essere chiunque, professori, contadini, salumieri, operai.
In realtà sono quelli che stringono i lacci emostatici delle nazioni. Sono quelli in grado di far crollare le economie.
Vedere il Nemico in faccia è sempre un po' deludente. Si mostra sempre un po' più piccolo, ottuso, un po' più umano di come te lo figuravi.

Il volto dei cattivi, nella vita reale, è di un'inaccettabile banalità.

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