A sto giro l'inverno ha messo il naso fuori davvero. Piove in continuazione su Perth, e inizio a temere che le due Fruit of the Loom che costituiscono la sezione invernale del mio bagaglio non siano sufficienti ad affrontare il passaggio di stagione. Magari sovrapposte. Fortunatamente c'è Salvo's, che dal link in effetti non si capisce, ma la Salvation Army gestisce anche una pregevole catena di second-hand shops. Il che ha leggermente stemperato la nostra inimicizia. O almeno le ho perdonato i fantocci di Natale a Melbourne. Comunque non piove quasi mai nella pedalata casa-lavoro-casa. Il programma è di continuare a mantenere il clima dalla mia parte per un altro mese.
Poi è fatta.
Missione più che compiuta, d'altronde (in bozza ci avevo messo due apostrofi): sono arrivato a Fremantle con un solo obbiettivo inguainato tra le intercapedini dei neuroni: SOLDI. Il denaro scarseggiava abbastanza, a quei tempi. Diciamo che ero più vicino alla categoria homeless, che backpacker. Fortuna che c'è stato Simon. Ora me ne vado con soldi, amici e contatti in almeno un paio di continenti. Bilancio decisamente positivo. Poi c'è l'esperienza al Maya, che fa scuola a sé. Lì ho imparato che lavorare nell'hospitality può anche essere gradevole e rilassante. Fantascienza, in Riviera: certezze crollate, rivoluzioni spirituali, etc. D'ora in poi nuovi occhi per i ristoranti etnici.
In ogni caso, ultimo giorno lavorativo fissato al 3 giugno. Che un po' dispiace. Preparativi per il viaggio: in corso. Per modo di dire. Che a parte chiudere lo zaino e partire non è che ci sia da preparare gran che. Quel centro nevralgico della comunità backpacker australiana che è Gumtree si sta rivelando prezioso nel trovare compagni di viaggio. Unica cosa che conta.
Anche la rotta sta lentamente prendendo forma. O quantomeno un'idea di rotta: ho abbandonato da tempo la fede nel dettaglio. Tanto poi lo so che i piani mi saltano sempre. Tanto vale ridurre lo sforzo al minimo. Però c'è il fatto che in questo periodo gli squali balena fanno tappa a Nigaloo Reef - unico appuntamento fisso sul pianeta - per la riproduzione del corallo (una cosa schifosa, a guardarla dal punto di vista strettamente biologico) e quelli non li voglio perdere. Ho un po' questa necessità di trovarmi davanti a qualcosa di bestialmente imponente. La consapevolezza che poi quel qualcosa non mi considererà cibo potenziale mi sprona ulteriormente. Io, che non so nuotare (sguazzo) e - in generale - non mi fido gran che dell'ecosistema marino, sto mettendo in conto immersioni con ossigeno alla ricerca di pesci di 15 metri. Già.
A pensarci bene forse la cosa che dicevo dieci righe fa riguardo al pianificare potrebbe trovare nuova conferma.
Comunque l'idea grezza è chiara: risalire, up north, incrociare il Tropico del Capricorno a mezza via, deviare, zigzagare, seguire ispirazioni del momento, vedere dove porta la strada e infine, in qualche punto indefinito del calendario, avvistare Broome.
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