19 ottobre 2013
VHS
Ultimamente mi sono scoperto a riguardare quei film che un tempo, in videocassetta, riempivano lo scaffale basso della libreria di casa mia. Non è stata una cosa ragionata, ho impiegato un po' a realizzarlo, pur se immagino che ciò sia imputabile a una qualche forma di nostalgia. Ma una nostalgia morbida, senza rimpianto: preferisco essere il me stesso di ora piuttosto che quello di quindici o vent'anni fa. E' come brezza sottile, che dal passato sale leggera ad accarezzare il volto. "In mezzo scorre il fiume", "Pomodori verdi fritti", "Lanterne rosse", "Balla coi lupi". E intanto sotto scorrono scene sopite di natali lontani; gite in macchina sulle colline del basso appennino; corse in grazielletta con un paio d'amici, verso un cinema abbandonato con le recinzioni facili da scavalcare. E' un album fotografico impolverato che, nella memoria, riprende pian piano a sfogliarsi da sé.
Ma la sorpresa più grande è stata constatare come in quelle pellicole i momenti morti siano frequenti: la gente legge il giornale, passeggia, si guarda attorno, si ferma a pensare. Fanno quello che la gente vera fa, per molti più secondi di quanti nei film d'oggi sarebbe ammesso. Spesso, semplicemente, non dicono o non succede niente. E' come un respiro profondo nella trama narrativa; forse uno spazio che ti lascia il tempo per raccogliere i pensieri, forse solo l'espressione cinematografica dell'approccio estetico di un'era che fu.
Avevo intenzione di dare a questo post una conclusione con qualche parola ad effetto, una considerazione finale. Invece credo mi limiterò a chiudere il laptop, aprire la porta e scendere in strada, a camminare. A volte è bene lasciar le cose in sospeso.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento