16 febbraio 2013

Un modo un po' elaborato per dire cazzari (lettera aperta a "InformareXresistere")

bufala

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Postilla 21/2/2013:
la redazione di Informarexresistere, mostratasi competente e professionale, ha pubblicato la lettera QUI.
(chiaramente i commenti dimostrano la totale inutilità dello sforzo)

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Premessa:

è successo che recentemente mi sono trovato più volte sottomano un link dal titolo La causa primaria del Cancro fu scoperta nel 1931 da uno scienziato premio nobel. A causa di qualche oscuro presagio, forse un'avvisaglia di sesto senso, ho accuratamente evitato di aprire il link. Ma infine, all'ennesima apparizione, ho ceduto. Quello che mi sono trovato davanti è stato un autotreno di cazzate sparato a cento all'ora in autostrada, in contromano, senza autista e a fari spenti. L'involuzione della specie in comodo formato blog. Rimando alla lettura del suddetto articolo.

Sta di fatto che di fronte a tale evidente atrocità star con le mani in mano non si poteva. Troppo scazzo. Così, dopo un breve e intenso dibattito su Facebook, si è deciso di risalire alla fonte. Nasce così questa lettera indirizzata alla redazione di InformareXresistere e ai suoi ingenui e paranoici seguaci. Non so se loro la pubblicheranno, nel dubbio la metto anche qui.
Un ringraziamento a Flavia Cappelloni che c'ha messo la competenza scientifica. Dal canto mio mi sono limitato a trovare un modo un po' elaborato per dire "cazzari".
Fine premessa.


La lettera:

Gentile redazione,

vi scriviamo a seguito della recente lettura dell'articolo da voi pubblicato dal titolo La causa primaria del Cancro fu scoperta nel 1931 da uno scienziato premio nobel datato 15 novembre 2012, in principio uscito sul sito ECplanet.com a firma Edoardo Capuano.
E' facile constatare come il contenuto del suddetto articolo sia basato su tesi anacronistiche, superficiali e lacunose, facendone un esemplare caso di disinformazione. Essendo la vostra una realtà informativa dotata di un certo seguito – e quindi di un certo peso – riteniamo opportuno fare una critica all'articolo sopracitato, così che anche i vostri lettori possano avere un raffronto e realizzare come quelle che sono state scritte e diffuse siano nozioni errate, svianti e, in sostanza, false.

Partendo dal presupposto innegabile che una nutrizione varia ed equilibrata unita a uno stile di vita salutare è estremamente importante per una vita sana, vorremmo però far notare che da una lettura dell'articolo in questione si evincono anche le seguenti tesi:

  • gli ultimi ottant'anni di ricerca e progresso in campo oncologico sono stati superflui
  • l'insorgenza, l'incidenza e lo sviluppo delle diverse tipologie di tumore sono tutte riconducibili ad un unico fattore: una dieta scorretta
  • la chemioterapia è un trattamento inutile, se non dannoso
  • il proseguimento e il finanziamento alla ricerca in questo campo sono completamente superflui

Per iniziare rimandiamo a un articolo che smentisce con dati precisi le tesi nutrizionali (e, ancor prima, chimiche) su cui l'autore fa perno: Dieta alcalina: alla base della bufala (testo la cui pubblicazione risale tra l'altro a data antecedente rispetto al quello in discussione).
Senza scendere troppo nel tecnico si ricordi che, per quanto sia noto che nell’organismo esistono meccanismi di difesa dalle cellule tumorali che sono maggiormente attivi con la piena salute dell’individuo, è inesatto affermare che è possibile evitare il cancro grazie ad una dieta alcalina. Infatti, sebbene le cellule tumorali siano costantemente presenti nel corpo di una persona sana e eliminate dai suddetti sistema di difesa, il cancro può svilupparsi eccome.
Si noti poi come tra i cibi alcalinizzanti elencati nel vostro articolo siano stati inseriti numerosi prodotti in realtà acidificanti. Una tabella corretta è reperibile QUI.

Il dizionario definisce il tumore “formazione patologica di cellule che si riproducono in modo anormale su tessuti animali e vegetali”, quindi possiamo identificarlo come un insieme di cellule, ormai sfuggite ai controlli dell’organismo. È esatto affermare che alla base della malattia si trovano le mutazioni del DNA. Che il DNA sia portatore di informazione genetica è stato definitivamente dimostrato nel 1950-1952 da Hershey e Chase (fonte: BIOLOGIA MOLECOLARE DEL GENE, Watson J.D. Baker T.A. Bell S.P. Gann A., 6a edizione, Zanichelli).
Quanto può essere attendibile una scoperta del 1930 alla luce di ciò?
È poi noto da tempo che esistono moltissimi fattori mutageni, un esempio tra i tanti può essere quello delle radiazioni ionizzanti. L'Istituto Superiore della Sanità stima che in Italia avvengano tra i 1.500-9.000 decessi l'anno per tumore ai polmoni dovuto all'esposizione a fonti naturali di radioattività (fonte: http://www.enea.it/it/enea_informa/le-parole-dellenergia/fissione-nucleare/effetti-delle-radiazioni-sulla-salute). Risulta quindi evidente che uno stile di vita scorretto non è imputabile come unica causa dei fenomeni tumorali. Altro che “andarsela a cercare”.

Va poi considerata la questione della predisposizione individuale. I tumori non sono malattie ereditarie ma, tenendo conto della natura genetica del cancro, è ormai accreditata la tesi secondo cui ereditaria è la predisposizione alle mutazioni. Infatti le cellule tumorali non sono altro che cellule in cui si sono accumulate molte mutazioni che riattivano e velocizzano il ciclo cellulare. La stragrande maggioranza dei tumori (quel 95% circa che non si definisce familiare) è di natura "sporadica", ma ha una possibile componente genetica: tramite un esame del DNA, cioè, si possono trovare, all'interno di ogni individuo, dei geni che agli oncologi sono già noti come "rischiosi" e che indicano una predisposizione a sviluppare la malattia. Predisposizione che può essere di due tipi: verso il tumore (quel gene combinato con altri può condurre ad un cancro) o verso i fattori ambientali (esempio classico: il fumo). (fonte: http://www.medicitalia.it/minforma/Oncologia-medica/69/I-tumori-sono-ereditari).
Per quanto riguarda la chemioterapia sia chiaro che la caduta dei capelli è dovuta all’azione della terapia sulle cellule dei bulbi piliferi, che vengono distrutti, e non al fantomatico esaurimento delle riserve alcaline.

Risulta inoltre evidente a chiunque faccia lo sforzo di effettuare una semplice ricerca su Wikipedia che:
“Warburg individuò come differenza fondamentale tra le cellule sane e quelle cancerose la velocità di flusso della glicolisi […]. Per le sue scoperte sulla natura e sul meccanismo di azione del cosiddetto enzima giallo (di Warburg), vinse nel 1931 il Premio Nobel per la medicina [...] Scrisse anche “La prima causa e la prevenzione del cancro” che presentò nel corso di una celebre lezione tenuta ad un congresso di vincitori del Premio Nobel, il 30 giugno 1966 a Lindau, sul Lago di Costanza, in Germania. Nel suo discorso, egli mostrò diverse prove che dimostravano come causa primaria del cancro la carenza di ossigeno (altrimenti detta anaerobiosi).” (fonte: Wikipedia)
Quindi “La prima causa e la prevenzione del cancro” è del 1966, non del 1923. E il premio Nobel che gli fu assegnato nel 1931 è dovuto ai lavori sul metabolismo delle cellule tumorali, non certo su una pubblicazione che avrebbe fatto 35 anni dopo. Nella stessa pagina, poche righe più in basso, si legge inoltre che “La sua teoria perse di interesse allorché Knudson [...] sviluppò la cosiddetta "teoria di Knudson” che ipotizzava come la causa del cancro fosse da imputare all'accumulo di mutazioni del DNA cellulare, ipotesi che è quella attualmente tenuta più in considerazione dalla comunità scientifica”.

Spostandoci ora sul piano più strettamente comunicativo è spiacevole constatare come da parte vostra sia completamente mancata l'applicazione dei parametri minimi necessari alla produzione di informazione di qualità. Non vi è infatti traccia di quella procedura di verifica di fonti e dati che si presuppone indispensabile per qualunque testata abbia pretese di credibilità. La diffusione di contenuti di tale pessimo livello, frutto di tesi campate in aria, caccia al sensazionalismo e aprioristiche prese di posizione ricalca pienamente le peggiori dinamiche informative di questo Paese, dalla stampa berlusconiana in giù.
Come ci insegnano anni, decenni e secoli di propaganda di potere, la divulgazione di idee è sempre un atto politico e quindi chi, come voi, fa della libertà d'informazione la propria ragione di vita è tenuto ad assumersi la responsabilità di ciò che pubblica, quantomeno sul piano etico e tantopiù quando vi sono in gioco nozioni dalla pretesa scientificità.
Se un domani qualcuno rifiuterà una chemioterapia a seguito di convinzioni errate o supporterà ulteriori tagli ai già martoriati fondi per la ricerca, chi ne sarà il responsabile?
E se costui poi cadesse vittima della Vanna Marchi di turno?
E se tali idee si spandessero tra un numero più elevato di individui?

Ci auguriamo che il senso del dovere civico che dovrebbe guidare il vostro lavoro non sia stato affogato dall'ansia di aumentare i contatti al sito, nel tentativo di far leva su tendenze paranoidi (come saprete non assenti nel vostro pubblico di riferimento) che non attendono altro che allusioni a cospirazioni e complotti vari per scatenarsi, portando a un ulteriore sgretolamento del senso del reale. La verità non è sempre relativa e sostenere tale convinzione è particolarmente dannoso per un'attività militante come la vostra che dello smascherare i trucchi del potere (e quindi offrire squarci di “realtà”) afferma di far la propria missione. Si aggiunga che diffondendo questo genere di notizie si contribuisce a screditare la controinformazione tutta, amplificando ulteriormente il danno.
E' importante che ogni realtà di stampo giornalistico mantenga un forte legame col reale, altrimenti il rischio è di finire a raccontar fiabe a un pubblico di bambini troppo cresciuti. E ciò non deve e non può passare come informazione. Ignorare ciò ridurrebbe il tutto a un semplice gioco allo sputarsi addosso, tanto puerile quanto controproducente. Sono anche le idee in circolazione a dar forma a una comunità, e la già scalcagnata società italiana non ha bisogno di ulteriori bastonate a base di promozione antiscientifica.

Sperando di essere stati chiari nell'esporre le motivazioni che ci hanno spinti a scrivervi, ci auguriamo che mettiate d'ora in poi in atto un più adeguato sistema di verifica delle notizie, così da poter garantire la necessaria serietà e fondatezza dei contenuti diffusi.
Vi saremmo inoltre grati se voleste dare adeguata visibilità a questa lettera, a ulteriore dimostrazione di apertura al confronto, pluralismo e professionalità.

Cordialmente,


Eliano Ricci
Flavia Cappelloni

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