Negli ultimi decenni si è registrato un aumento esponenziale degli interessi all’estero di varie nazioni, soprattutto sul piano delle forniture energetiche. Alla maggiore messa in pericolo di tali interessi, ad opera di vari fattori, è seguita l'inevitabile necessità di un aumento della salvaguardia, in particolare nelle zone calde del pianeta. Nonostante le forti campagne di reclutamento avviate in diversi paesi, primi tra tutti gli Stati Uniti, non è sempre facile supplire al fabbisogno militare necessario, non sempre si hanno gli uomini giusti per ogni operazione. Le leggi dell’economia sono ferree: la nascita di un bisogno crea un mercato, nulla fa eccezione a questa legge, neanche la guerra.
È così che inizia lo sviluppo delle
compagnie militari private, o
private military contractors (PMC). Addestramento delle forze militari e di polizia, supporto tattico e logistico agli eserciti regolari e funzione di scorta ad esponenti governativi in zone a rischio sono i principali compiti svolti da queste aziende. A questo si aggiunge la fornitura diretta di personale specializzato.
Particolarmente fiorenti negli USA, diverse compagnie possono vantare come cliente di spicco il Dipartimento di Stato che, dal 1994, ha avviato una intensa campagna di
outsourcing nel settore della difesa, subappaltando a società private interi pezzi delle sue funzioni. Largamente utilizzate sul fronte interno, dallo svolgimento di compiti di
homeland security alla gestione di situazioni di emergenza quali l’uragano Katrina, le PMC hanno conosciuto il loro periodo d’oro con lo scoppio delle guerre in Afghanistan e in Iraq.